lunedì 28 dicembre 2015

31. Per concludere...

Oggetto totem: cristallo di Swarovski
Delicatezza, rottura, attenzioni, frantumi. Ecco cosa viene in mente parlando della Fragilità.
Spesso, l’aggettivo “fragile” assume una connotazione negativa e viene associato a qualcosa che, con un minimo urto o spostamento, anche solo con un semplice battito di ali di farfalla, può frantumarsi in mille pezzi. La fragilità, però, non è solo questo, e dimostrarlo è stato proprio l’obiettivo di questo blog. Questa parola è stata analizzata sotto ogni singolo aspetto e, come un cristallo, attentamente studiata in ogni sua sfaccettatura.
Questa caratteristica è stata studiata inizialmente ad un livello più concreto attraverso la ricerca di vere e proprie cose, come ricette,  tecniche artigianalifrancobolli, loghi e pubblicità...
Si è poi passati ad analizzare ambiti scientifici e tecnologici, In modo da capire come la fragilità possa incidere nella vita di tutti i giorni ed essere presente negli oggetti che spesso utilizziamo o nel mondo concreto che ci circonda. 
Ci si è poi spostati in ambito artistico: sculture, quadri, fotografie, canzoni. Tutto ciò che potesse ricollegarsi alla caratteristica. Artisti di ogni tempo ci hanno, infatti, donato grandi opere riguardanti la fragilità e spesso, ci si è accorti di come essa possa anche essere proprio la causa, l’innesto dell’incredibile forza che ci spinge ad andare avanti.
L’attenzione maggiore, infatti, è stata posta proprio sulla fragilità umana, quella che ci connota come essere umani pesanti e provvisti di sentimenti, spesso forti e contrastanti, che ci permettono di essere chi siamo. Questo è stato un aspetto spesso studiato anche in passato da molti importanti scrittori e disegnatori, basti pensare ad Ofelia, alla fragilità del suo amore perduto, al piccolo Woodstock con il cuore perennemente spezzato, a Pirandello che in “Uno, nessuno e centomila” riflette sull’infinita superficialità e fragilità delle persone.
In conclusione, possiamo dire che essere fragili e rischiare in continuazione “di rompersi” non è sempre un male. Alla fine, infatti, sono proprio le cose delicate e bisognose di cure ad essere, spesso, anche le più meravigliose.

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